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Note

(1) S. Vitali, Passato digitale: le fonti dello storico nell’era del computer, Milano, Mondadori, 2004.


 


(2) D. Ragazzini (a cura di), La storiografia digitale, Torino. UTET, 2004.


 


(3) A. Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l) tempo di Internet, Bologna, Patron, 2004.


 


(4) Segnalo qui di seguito alcuni indirizzi di risorse italiane di storia on line. Tutti gli indirizzi riferiti nel corso del contributo sono stati verificati l’ultima volta in data 30 novembre 2005.


900-Rassegna di storia contemporanea, http://www.comune.modena.it/istorico/900html/html/cose.html  Cromohs-Cyber Review of moderne Historiography  <http://www.cromohs.unifi.it> e <http://www.unifi.it/riviste/cromohs>; Iperstoria <http://centri.univr.it/iperstoria/sitografie.htm>; La Storia, Consorzio italiano per le discipline storiche on-line, ricerca, didattica, editoria <http://www.lastoria.it>; Il mestiere di storico.Annale SISSCO, <http://www.sissco.it/pubblicazioni/annalindex.htm>; Polo informatico Medievistico,  <http://www.storia.unifi.it/_pim/>; Rassegna delle risorse elettroniche e on-line per lo studio della Storia medievale moderna e contemporanea e della Geografia <http://www.dds.unibo.it/dipartimenti/dds/rassegna/rassegna.html>; Reti Medioevali <http://www.storia.unifi.it/_RM/RM-Home.htm>; SISSCO, Società italiana per lo studio di storia  contemporanea <http://www.sissco.it>; Società delle storiche< http://www.societadellestoriche.it>


Storia e futuro  http://www.storiaefuturo.com/;   Storia in rete Il meglio del novecento on line  <http://www.storiainrete.com >; WWW VL Italian History Index <http://vlib.iue.it/hist-italy/Index.html >. Rimando inoltre agli studi pubblicati nel volume A. Criscione, S. Noiret, C.Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l) …op.cit, per un quadro più ampio e specializzato delle risorse relative alla storia contemporanea. 


 


(5) Mi riferisco al convegno su “Storia e computer” promosso dal Dipartimento di studi storici e geografici dell’Università di Firenze nel 1994 i cui atti sono stati pubblicati nel volume S. Soldani, L. Tomassini (a cura di), Storia e Computer. Alla ricerca del passato con l’informatica,, Milano, Mondatori, 1996, alla nascita del Dottorato di ricerca in Storia e informatica presso l’Università degli Studi di Bologna per l’a.a. 1995-1996, all’ iniziativa di G. Abbattista e A. Zorzi che creano il periodico elettronico Cromohs (Cyber Review of Modern Historiography) nel 1996 consultabile all’indirizzo  <http://www.unifi.it/riviste/cromohs> , “in assoluto una delle prime iniziative (in Italia preceduta solo da ARACHNION sul versante degli studi classici) volte a verificare in ambito storico letterario le possibilità di esistenza di una rivista integralmente elettronica” R. Minuti, A proposito di CROMOHS, in  “Memoria e ricerca. Rivista di storia contemporanea”, Roma, Carocci, a.VI, n.s, n.2, 1998, pp.201-203, p.201, anche in ; a quella di S. Noiret che istituisce, nel 1998, la rubrica “Spazi OnLine” sulla  rivista  “Memoria e Ricerca” con lo scopo di “di riflettere sull’apporto di Internet alla storia contemporanea almeno da due punti di vista: quello delle nuove metodologie della ricerca e dello studio della storia che nascono dall’apporto di Internet e quello dell’accesso alle informazioni e alle risorse che sono disseminate nella rete, ovvero il nuovo modo di comunicare offerto dal World Wide Web (WWW) e più specificatamente da Internet”. S. Noiret, A proposito di Spazi on line, in “Memoria e ricerca. Rivista di storia contemporanea”, Roma, Carocci, a.VI, n.s, n.1, 1998, pp.195-215, anche in <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/1.htm.> All’indirizzo <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/mronline.htm> si trova l’indice degli articoli della rubrica Spazi on line dal primo numero della nuova serie al numero 11 del 2002.


 


(6) Società Italiana per lo studio della storia contemporanea. Nel sito  <http://www.sissco.it> è possibile trovare il programma completo del seminario di studi, http://www.sissco.it/attivita/sem-aprile-2000/sem-apr-2000.html con anche le relazioni dei partecipanti. Segnalo inoltre la IV sessione del convegno del 20-22 settembre 2001, tenutosi ad Urbino, dal titolo Cantieri di storia. Primo incontro SISSCO sulla storiografia contemporaneistica in Italia, <http://www.sissco.it/attivita/sem-set-2001/convegno-urbino.html >.  


 


(7) Il Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università degli Studi di Firenze in collaborazione con il PIM, Polo informatico Medievistico (indirizzo <http://www.storia.unifi.it/_pim/>) organizza, a partire dall’a.a. 1998-1999 alcuni workshops nazionali inerenti il rapporto fra le applicazioni informatiche e la ricerca storica,  ed anche un Corso di Perfezionamento post-laurea in Storia e informatica. Nuove tecnologie per la ricerca, la didattica e la comunicazione. Tematiche e materiali di studio e lavoro dei seminari sono consultabili e scaricabili all’indirizzo <http://www.dssg.unifi.it/_storinforma/Ws/ws-presenta.htm> .  


 


(8) A. Criscione, Lo storico-pescatore. Un seminario su Internet e la ricerca storica, in                <http://www.novecento.org/resocSissco.html> .


 


(9) S. Noiret (a cura di), Linguaggi e siti: La Storia On line,  in “Memoria e ricerca. Rivista di storia contemporanea”, fascicolo monografico, Roma, Carocci, a.VII, n.s, n.3, 1999. L’indice degli articoli si trova anche in <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/intro-internet-storia.pdf>


 


(10) S. Noiret (a cura di), Linguaggi e siti: La Storia on line, idibem, p.4.


 


(11) R. Minuti, Internet e il mestiere di storico. Riflessioni sulle incertezze di una mutazione, in http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/rminuti.html  (poi pubblicato -con modifiche- come “Internet et le metièr d’historien”, Paris, Puf, 2002).


 


(12) Oltre agli articoli pubblicati su Cromohs e su Memoria e ricerca nella rubrica spazi on line, segnalo l’interessante lavoro G. Abbattista e A. Zorzi (a cura di), Il Documento immateriale. Ricerca storica e nuovi linguaggi, numero monografico de “L’Indice del mese”, dossier maggio 2000, n.4, edizione on line all’indirizzo : http://lastoria.unipv.it/dossier/index.html


 


(13) Altra cosa sono gli “archivi virtuali” che nati unicamente in forma digitale, come sottolinea Vitali, “non  mirano tanto a riprodurre serie e fondi archivistici nel loro insieme, riproponendone anche su supporto digitale, l’ordinamento e la struttura…quanto mirano, piuttosto ad assemblare materiale documentario di varia natura e provenienza, estraendolo dai propri contesti, costruiti in genere sulla base di  tagli tematici definiti dai percorsi di studio o dagli interessi e le passioni dei loro curatori”. S. Vitali, Archivi e istituti culturali di storia contemporanea, in  A. Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l) tempo di Internet…op.cit. p.90. Data la natura di raccolta più che di archivio di tali realtà oggi si preferisce parlare di “archivi inventati”, secondo la nota espressione coniata da Rosenzweig.


 


(14) La riflessione, è chiaro, si apre al problema dell’uso pubblico della storia e al presunto e discutibile valore di democrazia del quale la rete si farebbe portatrice.


 


(15) “Il lavoro dello storico si articolerà in professioni diverse e interagenti: dal ricercatore al documentalista, al tecnico della archiviazione elettronica, a quello delle interrogazioni, fino al selettore (scelta e scarto), fino al responsabile di manutenzione e sviluppo, fino al critico di ricerche parziali e al critico di ricerche interconnesse”, D. Ragazzini, Le fonti storiche nell’epoca della loro riproducibilità informatica, in D. Ragazzini (a cura di), La storiografia ….op.cit., p.32. “In gioco è la tutela e la conservazione del patrimonio di saperi e di metodi del proprio ‘laboratorio’: per lo storico, l’esegesi della documentazione, la varietà dei metodi i indagine, il rapporto tra documentazione e racconto storico, l’apertura disciplinare, il vaglio critico dei risultati ”.A.Zorzi, Linguaggi in mutamento, in G Abbattista e A. Zorzi (a cura di), Il Documento immateriale. Op.cit, < http://www.lastoria.unipv.it/dossier/zorzi.htm>, p.3.


 


(16) Come osservava Labanca, in occasione della presentazione del volume La Storia a(l) tempo di Internet,   organizzata a Firenze il 13 gennaio 2006 dal Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux, la diffusione e la pratica della storia in rete ha comportato una ridefinizione di gerarchie ormai consolidatesi quali l’idea di pubblico, di operatori della comunicazione, del potere fra accademia e società civile, e fra le diverse carriere accademiche.


 


(17) A. Criscione, S.Noiret, C.Spagnolo, S. Vitali, La Storia a(l) tempo di  …. op.cit. p.15.


 


(18) S.Vitali, Passato digitale…op cit., p. 129.


 


(19) Uno dei maggiori problemi della storiografia digitale è quello relativo allo statuto della fonte, che comporta nuove pratiche di ricerca e di archiviazione. Cosa significa fonte digitale, cosa può essere considerato tale, quali le modalità di classificazione e di indicizzazione sono le domande all’incrocio  fra epistemologia, informatica e storiografia che oggi gli storici si pongono. Il tema, data la rilevanza e la centralità, richiederebbe maggiori sviluppi e profondità di analisi, ma il taglio volutamente introduttivo di questo lavoro non consente tali approfondimenti. Rimando quindi al testo di Ragazzini, Le fonti storiche nell’epoca della loro riproducibilità informatica, in D. Ragazzini (a cura di), La storiografia digitale, Torino. UTET, 2004; e al volume di S. Vitali, Passato digitale: le fonti dello storico nell’era del computer, Milano, Mondadori, 2004.


 


(20) Il termine metafonte è stato proposto da J.P. Genet, a metà degli anni ‘80, per evidenziare le differenze esistenti fra le fonti originarie e quelle prodotte dallo storico attraverso l’utilizzo di procedure  informatizzate. Zorzi ha riutilizzato il termine metafonti applicandolo alle risorse digitali pubblicate on line. Questa, in sintesi, la sua definizione: “nuova tipologia di documentazione immateriale che viene crescendo tra le mani degli storici che alla riproduzione  in formato immagine dei documenti accompagna trascrizioni o edizioni critiche, strumenti informativi, banche dati, bibliografie, saggi e altri materiali miscellanei, come anche strumenti di ricerca sempre più affiancati (motori, e software dedicati) ”. A. Zorzi, Documenti, archivi digitali, metafonti, in <http://www.storia.unifi.it/_PIM/AIM/metafonti.htm>. 


 


(21) D. Ragazzini, La nascista della storiografia digitale, in La storiografia digitale,  ..op.cit. ,p.IX.


 


(22) Mi riferisco all’intervento orale del prof. G. Abbattista “La valutazione dei siti web di storia” tenuto in  occasione della giornata di studio e di presentazione del volume A. Criscione, S.Noiret, C.Spagnolo, S. Vitali, La Storia a(l) tempo di… op.cit., svoltasi il 7 giugno 2005, presso l’aula G. Prodi, del dipartimento di Discipline storiche dell’Università di Bologna.


 


(23) G. De Luna, La passione e la ragione. Fonti e metodi dello storico contemporaneo, Milano, La Nuova Italia, 2001, p. IX.


 


(24) R. Minuti, Internet e il…op.cit. http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/minuti/premessa.html  .


 


(25) C.f.r G.Abbattista, Ricerca storica  e telematica in Italia. Un bilancio provvisorio, in “Cromohs”, 4, 1999,<http://www.unifi.it/riviste/cromohs/4_99/abba.html>.


 


(26) R. Minuti, Internet e il…op.cit. < http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/minuti/I.1.html>.


 


(27) Il termine risorsa è utilizzato comunemente per indicare l’eterogeneità dei materiali presenti in rete. L’adozione di questo termine, che Vitali definisce giustamente generico ed ambiguo esprime “bene la difficoltà  di stabilire una lineare corrispondenza fra gli strumenti di informazione e di mediazione delle conoscenze tipici dei supporti tradizionali e quelli presenti nel mondo digitale” S. Vitali, Passato digitale op.cit. p.72. Chiarisce bene questa difficoltà l’espressione rivista elettronica che sposta un concetto nato in un ambiente e per un ambiente cartaceo in uno digitatale, senza tenere conto delle diverse caratteristiche proprie dei differenti supporti.   


 


(28) Idibem , pp.70-71.


 


(29) G. Bandini, La storia dell’educazione e la sfida metodologica, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2005, p. 187.


 


(30) C. Spagnolo e S. Vitali, Introduzione, in  A. Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l)..op. cit. p.46. .


 


(31) Ricordo in proposito il lavoro di F. Chiocchetti, Le guide alle risorse storiche ondine: una rassegna critica, in “Cromos”, 7 (2002), pp1-22  <http://www.cromohs.unifi.it/7_2002/chiocchetti.html >.


 


(32) D. Ragazzini ( a cura di), La storiografia…, op.cit. , 31. Il problema riguarda le scelte tecnico-informatiche, culturali e politiche di classificazione e indicizzazione dei documenti. E’ noto infatti che la scarsa trasparenza e comunicazione dei criteri di information retrieval comporta molte difficoltà al momento dell’ interrogazione e della ricerca. La mancata corrispondenza che, troppe volte, si genera fra la terminologia utilizzata dall’utente e quella prevista dal programma, sia con linguaggio libero che con  linguaggio controllato, finisce quindi con il condizionare risultati e percorsi di ricerca.  


(33) R.Minuti, Internet e il mestiere …op.cit. < http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/minuti/I.1.html>, p.7.


 


(34) R.Minuti, Internet e il mestiere …op.cit. <http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/minuti/I.1.html> p.8.


 


(35) Questi tre criteri di controllo sono stati formulati da Minuti in occasione dell’incontro di studio di Bologna (7 giugno 2005).  


 


(36) G.Abbattista, Dalla tipologia alla gerarchia. Idee per una valutazione delle risorse telematiche per gli studi storici, in Cultura comunicazione tecnologia, Trieste, Vetta, 1998, pp.19-34.  G.Abbattista, Ricerca storica e telematica in Italia op.cit, in ,G. Abbattista, La valutazione delle risorse telematiche per gli studi umanistici, in G. Abbattista e  A. Zorzi, Il Documento immateriale….op.cit, in http://lastoria.unipv.it/dossier/index.htm ; G. Abbattista, Problemi di valutazione delle risorse telematiche per la ricerca storica, 2001, in <http://www.storia.unifi.it/_storinforma/Ws/biblio/ws-biblio-materiali.htm>


 


(37) I criteri di valutazione risultano essere: Autorevolezza, Accuratezza, Obiettività, Validità, Completezza, Utilizzabilità e Trasparenza.


 


(38) G.Abbattista, Problemi di valutazione delle risorse telematiche …op.cit. , p.4. Segnalo la ricca sezione delle appendici dove sono riportare diverse tipologie di valutazione.


(39) Per quanto riguarda la genesi e l’applicazione di tale scheda rimando direttamente al testo pp. 29-36.


 


(40) Riuscire a provare l’attendibilità e la verificabilità di un documento digitale che in ultima analisi significa riconoscergli lo statuto di fonte storica, è sicuramente uno dei maggiori problemi della storiografia digitale, perché sono proprio gli aspetti fondanti della tradizionale critica della fonti e cioè l’attribuzione di responsabilità ad un autore e ad un contesto spazio-temporale, e la stabilità e non- mutabilità nel tempo, che vengono messi in discussione. Firma digitale, deposito legale, forme di watermark, conservazione di hardware e software obsoleti, migrazione dei dati in versioni aggiornate, linguaggi di marcatura, utilizzo di meta dati, sono le ipotesi e le strategie oggi in discussione.


 


(41) S. Vitali, Passato.digitale ….op.cit. p.181. “diventerà digitale non tutto indiscriminatamente, bensì ciò che sarà determinato da quegli stessi rapporti di forza nient’affatto virtuali che stanno stabilendo il nuovo ordine mondiale. …L’esisto della contesa fra digitale e analogico inciderà sulla storia come una rivoluzione. E’ un momento propizio per cancellare archivi, cancellare culture, fare roghi di libri senza nemmeno toccarli, inventarsi una tradizione”. R. Ivekovic, La balcanizzazione della ragione, Roma, Manifesto libri, 1995, p.124.  


 


(42) Una veloce presentazione di tali progetti si può trovare in S. Vitali, Una memoria fragile il web e la sua conservazione, in D. Ragazzini (a cura di), La storiografia …op.cit. pp. 112-122.


 


(43) Ibidem, p. 123.


 


(44) P. Ortoleva, La rete e la catena. Mestiere di storico al tempo di Internet, in “Memoria e ricerca”, fascicolo monografico “Linguaggi e siti: La storia Online ”, op. cit, pp.31-40, p. .Anche in <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/ortoleva.pdf>.


 


(45)“In primo luogo e possibile e probabile che quella che ho chiamato la linea di galleggiamento dell’iceberg storiografico venga abbassata: cioè che venga in evidenza pubblica una parte delle componenti del lavoro storiografico prima implicita e sommersa….. Le fonti perderanno (perderanno davvero?) il loro carattere di esemplificazione e potranno essere messe a disposizione…I risultati interpretativi saranno esposti insieme alle loro fonti riprodotte e accessibili…[Lo storico]se prima sembrava essere un esploratore di terre lontane nel tempo, dalle quali tornava con alcuni reperti…ora si avvia a diventare un organizzatore di una scenografia nella quale l’utente è invitato a ripercorrere un itinerario prestabilito di conoscenza-prove alla mano-e nella quale l’utente può anche percorre itinerari diversi secondo possibilità ulteriori”. D. Ragazzini, (a cura di), La storiografia…, op.cit. pp.15-16.


 


(46) F. Gambaro, Io sedotto dal libro elettronico.Intervista a Robert Darton oggi a Milano, sul quotidiano on line “La Repubblica” del 5 aprile 2000 http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/58menta.html


 


(47) “Marshall McLuhan’s future has not happened...the elettornic age did not drive the printed word into extinction , as McLuhan prophesied in 1962....The ‘Gutemberg galaxy’ still exists and’typografic man’in still reading his way around”. R. Darnton, The New Age of the Book, in “New York Review of Books”,March 18, 1999.


 


(48) A Criscione, Sopravviverà la storia all’ipertesto?, in “Memoria e ricerca”, a. XI, n.s., n.12, 2003, pp. 165-174 anche in  <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/criscione-ipertesto.htm>. 


(49) A. Criscione, Lo storico-pescatore. Un seminario su Internet…op.cit, in <http://www.novecento.org/resocSissco.html>.


 


(50) E’ interessante notare come l’autore collega questo aspetto ai rischio, oggi sempre più diffusi, della ‘privatizzazione della storia’ da un lato e della ‘balcanizzazione della ragione’ dall’altro. Rispetto a questi temi si veda anche il noto testo di R.Rosenzweig, Afterthoughts R.Rosenzweig: Everyone a historian, in http://chnm.gmu.edu/survey/afterroy.html e il volume di R. Ivekovic, La balcanizzazione della ragione,  Roma, manifesto libri, 1995. 


 


(51) “Sul versante storiografico- o, più precisamente, sul piano del dibattito relativo a teorie e metodologie della storia-la destabilizzazione post modernista dell’autorità dello storico, che è andata sviluppandosi con un non casuale parallelismo con lo sviluppo del web, ha fortemente amplificato la riduzione della storiografia alla dimensione linguistica e retorica, con un sostanziale ridimensionamento dei suoi parametri di scientificità …Dove la possibilità di giungere a spiegazioni causali del divenire storico si rivela sistematicamente illusoria, dove la realtà risulta un obbiettivo sostanzialmente in attingibile, il carattere di costruzione artificiale propria della rappresentazione storica, ed il suo ancoramento a strumenti lessicali, linguistici e retorici –variabili e mutevoli nel tempo-ne risulta inevitabilmente esaltato. […] La corrosione dell’autorità e della linearità del testo, sviluppata sul piano teorico dalle diverse correnti post-strutturaliste, ha pertanto trovato nella teoria e nella pratica degli ipertesti un’espressione diretta, esaltando i termini della frammentazione, dell’incontrollabilità di un ordine argomentativo voluto dall’autore, della funzione del lettore come autore di propri percorsi all’interno di una struttura aperta ed in grado come tale di assumere un’autorità forte”. R. Minuti, < http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/minuti/II.1.html>


 


(52) A. Criscione, Ragnatele di storia, in A.Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l) tempo…op.cit. p. 365.


 


(53) Lo storico infatti non solo sceglie e seleziona i documenti, ma nel montaggio li organizza secondo propri piani e percorsi.  


 


(54) R. Minuti, Internet e il mestiere di storico, …op.cit  <http://www.cromohs.unifi.it/6_2001/minuti/II.1.html>


 


(55) Il condizionale è scelta obbligata vista la scarsità dei risultati oggi proposti, infatti come afferma Noiret “la nuova scrittura ipertestuale come nuova frontiera del testo storiografico non è tutt’ora all’ordine del giorno nei lavori degli storici italiani. …tutt’al più si offrirà l’aggiunta di spazi multimediali e di riferimenti a fonti e documenti tramite link che operano allo stesso modo delle note a piè di pagina e, talvolta, rimanderanno a conoscenze accessibili direttamente altrove nella rete…ci si limita nella maggioranza dei casi a riproporre la testualità già conseguita a stampa con i mezzi del digitale:formato pdf, libri elettronici in formati proprietari, traduzione digitale in formato html attraverso il programma di elaborazione dati di un comune computer”. S. Noiret, Storia e memoria della rete, in A.Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l) tempo…op.cit. pp.346-348. L’analisi dell’autore è relativa ai lavori di storia contemporanea, diversa e sensibilmente migliore valuta la produzione di lavori di storia medioevale e moderna.


 


(56) D. Ragazzini, Le fonti storiografiche…, in D. Ragazzini (a cura di), La Storiografia…op.cit., p.32.  “una storia a più dimensioni intrecciando testo e fonte, usando immagini e mappe come strutture che organizzano i dati, mostrando come un singolo evento si ramifichi nelle sue conseguenze o come vari insiemi di cause culminino in un particolare evento” A. Criscione, Ragnatele…op.cit, in A.Criscione, S. Noiret, C. Spagnolo, S. Vitali, La storia a (l) tempo…op.cit. p.365.


 


(57) S. Noiret, A proposito di… op.cit, in <http://www.racine.ra.it/memoriaericerca/1.htm>.


 

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Crediti: D.Ragazzini, G.Spinelli, T.Cattabrini